CIMITERO MONUMENTALE DI SIENA
Il cimitero della Misericordia
Tra i cimiteri monumentali in Toscana, il camposanto di Siena è un vero e proprio museo dell'arte figurativa senese
tra Ottocento e Novecento, con bellissime opere dal purismo al liberty, dal classicismo al romanticismo, con punte di verismo e dello stile floreale e simbolico.
La parte più interessante è quella più antica, in stile neoclassico (1840): un grande quadrilatero con al centro un obelisco,
sul quale si aprono le cappelle gentilizie con all'interno sculture ed affreschi.
Il cimitero monumentale è frutto di un'epoca in cui di cercava di liberare il nostro animo verso dimensioni diverse
attraverso la forza misterica della grande architettura e dell'arte figurativa,
che non ritroviamo nei cimiteri moderni.
Gli antichi carri
All'ingresso del cimitero sono esposte due antiche carrozze a trazione animale usate per il trasporto dei malati e dei defunti, usate fino ai primi anni del 1900.
Le cappelle del cortile centrale
Una volta entrati nel Cimitero, seguite il percorso a sinistra, passando accanto alla grande statua del Cristo Risorto
di Vico Consorti, e poi ad un cortiletto con il monumento ai caduti della prima guerra mondiale di Guido Bianconi.
Ben presto si arriva all'ingresso del corpo più antico del cimitero, un quadrilatero con al centro un obelisco lungo il quale si aprono
le cappelle gentilizie per le quali proponiamo un percorso antiorario: quindi, appena entrati nel quadrilatero, girate a destra.
Terza cappella (famiglia Raimondi): questa cappella, ufficialmente la numero 6, presenta un imponente gruppo marmoreo dedicato a
Gemma Raimondi, morta mentre era incinta di alcuni mesi, opera dello scultore Guido Bianconi (1902), uno dei primi scultori senesi ad abbracciare il simbolismo
floreale proprio del Liberty.
La figura ritrae la madre seduta sul sepolcro a simboleggiare la soglia tra il mondo reale e quello ultraterreno, il bambino
fra le pieghe del manto e un mazzo di rose sul grembo, mentre sulla parete di fondo una schiera di angeli commenta l'evento con i versi del Pascoli:
Anima col tuo bocciuolo/La morte non è un'aurora?/Non c'è una cuna per l'amor tuo?/La tomba non è una cuna?
Sesta cappella (famiglia De Metz). Qui si trova l' Angelo della Resurrezione, ultima opera dello
scultore senese Tito Sarrocchi (1894), autore tra l'altro della copia della
Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, conservata nella gipsoteca del
Complesso Museale di Santa Maria della Scala.
Nona cappella (famiglia Bandini-Piccolomini). Presenta la Riconoscenza di Tito Sarrocchi,
molto delicata e realistica, e l'affresco con le Marie al sepolcro di Alessandro Franchi.
Tredicesima cappella (famiglia Venturi-Gallerani). Il Genio della morte è la prima opera di Tito
Sarrocchi (1860), con quella fiaccola spenta e capovolta per rappresentare la fine della vita terrena, e la corona di cipresso, pianta sempreverde che
con la sua forma slanciata siboleggia il legame con l'aldilà, che nell'insieme compongono un'opera ineccepibile dal punto di vista formale,
che si richiama ai modelli classici.
Quattordicesima cappella (famiglia Chigi-Saracini). Presenta l'Angelo Musicante di Vico Consorti,
inserita in una cappella stupenda e diversa dalle altre, in quanto delicatamente decorata con pavoni e tralci di vite con grappoli d'uva.
Non è una sopresa, in quanto questa aristocratica famiglia senese era dedita alla musica ed ha lasciato alla città una ricca collezione di opere d'arte,
visitabile nel Palazzo Chigi-Saracini,
nel centro storico di Siena.
Ventunesima cappella (famiglia Ponticelli-Pallini). Presenta la figura giacente di una defunta, opera di Tito Sarrocchi. Purtroppo,
guardando dall'inferriata dell'ingresso, non la si vede bene, in quanto rivolta dall'altra parte.
Ventiduesima cappella (famiglia Tadini-Buoninsegni). Un monumento marmoreo raffigura la Fede, la Speranza e la Carità
di Tito Sarrocchi (1868), un soggetto ricorrente nella Pinacoteca Nazionale di Siena.
Venticinquesima cappella (famiglia Bichi-Ruspoli-Forteguerri). La stupenda Pietà di Giovanni Duprè (1866)
è l'opera più nota dello scultore senese, premiata con il primo premio e medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Parigi del 1827.
Sembra che la Madonna stia davvero per lacrimare: "che dolore santo in quella tua Madonna che (..) aprendo su lui le materne braccia e sul capo chinandogli
il 'l volto, pare che dagli occhi e dalla bocca spiri l'anima com'in atto di volergli ridare vita." (A. Conti, 1865)
Ventiseiesima cappella (famiglia Nardi). Presenta un altorilievo in stile liberty di Guido Bianconi (1908),
raffigurante l'Eternità che ricongiunge le anime divise dalla morte.
Il cortile con l'obelisco, Cimitero Monumentale di Siena
Gruppo marmoreo dedicato a Gemma Raimondi, opera di Guido Bianconi, in stile liberty floreale
Angelo della Resurrezione, di Tito Sarrocchi
Genio della Morte, prima opera di Tito Sarrocchi
La Pietà di Giovanni Dupré, primo premio all'esposizione internazionale di Parigi del 1827