I SOFFIONI DI LARDERELLO
La risorsa geotermica ed i musei della geotermia
L'area geotermica di Larderello
Il cuore dell'area geotermica di Larderello dista meno di un'ora di auto dall'
agriturismo La Torretta ed è particolarmente
affascinante per le attività di sfruttamento della risorsa geotermica, una fonte di energia rinnovabile ed a basso
impatto ambientale, che soddisfa un quarto del fabbisogno energetico della regione Toscana.
Così, oltre alle manifestazioni naturali come le putizze ed i lagoni, il territorio è caratterizzato
dall'intreccio dei vapordotti che imbrigliano il vapore sprigionato dai soffioni e lo convogliano verso le centrali geotermoelettriche.
Lo spettacolo è suggestivo: bianche colonne di vapore si sprigionano da fessure nel terreno, dai soffioni dismessi
e dalle torri delle centrali geotermoelettriche, ed il paesaggio asssume un aspetto infernale, tanto che da secoli la zona è chiamata
"Valle del Diavolo".
Da non mancare la visita a due geomusei: il Museo della Geotermia di Larderello, che illustra la nascita di una esperienza
unica al mondo, ed il più rfecente Museo delle Energie del Territorio di Radicondoli, che testimonia la successiva espansione dell'area
geotermica.
Nell'area di trovano inoltre importanti geositi:
sono otto i minerali presenti in natura quasi esclusivamente in questa regione, ed altri tre sono stati trovati solo ai lagoni di Travale (Siena).
Un'altra area geotermica che interessa la provincia di Siena è quella legata un immenso serbatoio di acqua
calda che si manifesta con fenomeni termali unici al mondo:
- RAPOLANO TERME,
con fenomeni termali naturali che hanno un uguale sono nel parco di Yellostone;
- BAGNO VIGNONI,
il borgo medievale con la vasca termale al posto della piazza e il Parco dei Mulinia;
- BAGNI DI PETRIOLO,
le terme medievali fortificate nate sulle sponde del fiume Farma.
I Soffioni
I soffioni boraciferi di Larderello sono fluidi ad alta pressione che fuoriescono violentemente dal terreno, da spaccature naturali e sopratutto da perforazioni artificiali.
I fluidi sono costituiti per il 95% da vapore acqueo, e per la parte restante da idrogeno solforato (a cui si deve il leggero odore di uovo marcio),
anidride carbonica, metano, ammoniaca ed altre sostanze come sali di boro, mercurio e arsenico.
Le emissioni possono raggiungere una temperatura di 130-160 °C, una pressione compresa tra 4 e 14 atmosfere,
ed emissioni tra 15 e 350 tonnelate/ora di vapore.
Per esempio, il 27 marzo 1931 un sondaggio riuscì a raggiungere il serbatoio geotermico erogando circa 220
tonnellate/ora di vapore: il soffione, denominato Soffionissimo, rappresentò un fenomeno talmente grandioso da far ritenere che non fosse
possibile imbrigliarlo. Nell'attesa, i larderellini furono costretti a mettere dei materassi alle finestre per attutire l'insopportabile sibilo.
Le Fumarole e le Putizze
La fumarola è una fessura nel suolo dal quale fuoriescono lentamente gas ad elevata temperatura. Quando i gas contengono il nauseabondo acido solfidrico, come nella zona di Larderello, la manifestazione geotermica prende più precisamente il nome di putizza.
L'area immediatamente circostante ad una putizza è priva di vegetazione a causa dell'elevata temperatura ed il risultato è un paesaggio che ricorda quello lunare. Le rocce calcaree, cotte dalle alte temperature e trasformate in gesso dalle esalazioni sulfuree, assumono una colorazione biancastra e farinosa.
Allontanandosi un poco, comincia a comparire la vegetazione, ma le condizioni ambientali estreme svolgono un'azione fortemente selettiva nei confronti della vegetazione tanto che il brugo (Calluna vulgaris) è l'unica pianta che riesce a colonizzare il terreno.
Da visitare il Parco Tematico delle Fumarole di Sasso Pisano ed il Parco Naturalistico delle Biancane di Monterotondo, collegate da un facile percorso trekking ad anello (3,5 Km, 2 ore).
I Lagoni
Il lagone è un'emissione di acqua calda dal sottosuolo, che si raccoglie in un lago naturale.
Normalmente non raggiunge grandi dimensioni ed è caratterizzato dalla presenza di elevate quantità di sali minerali, in particolare sali di boro.
Il Targioni Tozzetti (1768-1779, vol. IV, pagg. 16-17) riporta un'efficace e suggestiva descrizione dei laghi boraciferi della zona di Travale (Radicondoli, provincia di Siena):
"vedonsi in mezzo al bosco due Lagoni, o Bulicani, chiamati i Lagoncelli di Travale i quali si fanno ben distinguere anche dalla cima del poggio dove era io, per il fetore, per il fummo bianco che tramandano, e per il gran romore che fa l'acqua bollendo, particolarmente quando il giorno dopo vuol piovere (...)".
Le Sorgenti Termali
Immancabili le piccole sorgenti termali sparse per il territorio, frequentate fin dai tempi degli etruschi. Le più copiose hanno dato vita alle Terme delle Galleraie (Siena), oggi chiuse. Le più curiose e rare sono intermittenti (geyser), in quanto l'acqua è mescolata ai gas.
Dal boro all' energia elettrica
Queste manifestazioni geotermiche sono state utilizzate fin dall'antichità per estrarre utili materiali: nel 1540,
lo studioso senese Vannoccio Biringuccio, nella sua opera "Del vetriolo et sua miniera" ci parla dei giacimenti di vetriolo dei Lagoni di Travale e,
descrivendo queste manifestazioni afferma che "...l'acque che surgono (...) son tutte putride terrestri et grosse, qual bullente con gran fumo e
qual senza, che certo in assai luochi dove ne (è) quantità grande paiono effetti infernali". Il vetriolo verde, detto anche romano o
marziale, non è altro che solfato ferroso idrato, mentre il vetriolo azzurro, detto anche vetriolo di Cipro, è solfato di rame, da sempre utilizzato
in agricoltura come antiparassitario.
Ma la storia di Larderello inizia con l'acido borico: veniva importato dal lontano Tibet quando è stato scoperto nelle
acque che gorgogliano nella zona. Così il francese Francesco De Larderel iniziò ai primi dell'800 una fiorente attività chimica e
costruì un complesso industriale che prenderà poi il nome di Larderello. Ma per far evaporare l'acqua dei lagoni e ricavare l'acido borico
occorreva energia: prima utilizzò la legna, e dopo aver disboscato la zona, pensò di utilizzare il vapore degli stessi lagoni.
Così coprì i lagoni con una cupola di muratura per imbrigliare il vapore e portarlo verso gli edifici dove avveniva l'estrazione del boro.
Fu però il principe Piero Conti Ginori, marito di una delle nipoti del Larderel, poi diventato direttore generale delle
fabbriche, ad utilizzare il vapore per produrre energia elettrica: nel 1904 accese le prime 5 lampadine e nel 1905 riforniva di energia la
fabbrica ed il paese di Larderello: perfino il fischio che scandiva la giornata lavorativa era alimentato da un piccolo soffione.
Nel dopoguerra l'importanza dell'acido borico venne meno, ed i soffioni vennero utilizzati per produrre energia elettrica:
oggi sono attive decine di centrali geotermoelettriche, distribuite in tre province (Siena, Grosseto, Pisa).
I soffioni rappresentano oggi l'ultima attività estrattiva delle
Colline Metallifere,
l'unica area al mondo in cui l'estrazione dal sottosuolo di materiali utili è avvenuta ininterrottamente dalla preistoria ai nostri giorni.
Per il futuro, è previsto un aumento dell'attività estrattiva, con un ulteriore ampliamento dell'area interessata dalle perforazioni.
Inoltre, sebbene la tecnologia necessaria non è ancora disponibile, appare oggi concreta la possibilità di ricavare dai fluidi geotermimici
anche il litio, una materia prima definita "strategica" dall'Unione Europea: la concentrazione nella salamoia derivante dal flashing al separatore varia da 3 a 35 mg/litro.
Larderello, città nata nel nulla
Le attività geotermiche di Larderello sono state sempre accompagnate da un grande problema sociale: quello di far affluire il personale
necessario (e le loro famiglie) in un luogo desolato, inospitale, poco popolato, senza alternative economiche e lontano dalle principali vie di comunicazione.
Già nel 1849 lo stesso De Larderel, nel suo Regolamento Generale, prevedeva
il farmacista, il medico, il cappellano, lo spaccio, le scuole, l'assistenza alle vedove.
Lo stesso problema si ripropone alla fine degli anni '50, quando l'area geotermica partecipa al boom economico, con un
incremento delle attività e del personale: così l'architetto Giovanni Michelucci riceve l'incarico di trasformare l'insediamento industriale
di Larderello in un piccolo centro urbano.
Il risultato è un modello esemplare del suo genere: tra la zona residenziale e le fabbriche, vicine ma distinte,
si instaura una reciproca convivenza; i percorsi pedonali, con l'abbondante verde urbano, permettono all'abitato di inserirsi nell'ambiente circostante;
la graziosa chiesa parrocchiale, il teatro ed il centro sportivo, ne fanno un complesso urbano socialmente organizzato.
Larderello, Museo della Geotermia
Il museo di Larderello
Il Museo, ad ingresso libero, attira 60mila visitatori all'anno ed è stato fondato alla fine degli anni '50 per ripercorrere la storia dell' energia geotermica in tutti i suoi aspetti: la ricerca, la perforazione, i sistemi di utilizzazione del fluido geotermico per la produzione di energia, ricorrendo a pannelli esplicativi, modellini in scala e attrezzature d'epoca.
Il lagone coperto
Nell'area museale è possibile vedere il rudere di un piccolo lagone coperto, costruito nel 1875. Nella parte superiore un tubo raccoglieva il vapore che andava ad alimentare i sistemi di riscaldamento degli edifici dove avveniva l'evaporazione dell'acqua tratta dallo stesso lagone, per ottenere i sali di boro.
Il soffione turistico
Si tratta di un soffione dimostrativo, perforato nel 1956 fino alla profondità di 740 metri. Quando si forma un gruppo di visitatori, un incaricato fa da guida con la propria auto fino al vicino piazzale e apre il soffione, dal quale si libera un'altissima colonna di vapore con un assordante sibilo di 150 decibel, facendo rimanere affascinati di fronte alla potenza della natura ed all'energia che si nasconde nel sottosuolo. Basti pensare che la portata di questo soffione è di sole 15 tonnellate di vapore all'ora, mentre i soffioni più grossi raggiungono le 350 tonnellate all'ora.
Orario visite
Mesi estivi
(da maggio a settembre):
9:00 - 19:00, tutti i giorni
Mesi invernali
(da ottobre ad aprile):
9:00 - 18:00
Chiuso: 25,26,31 dicembre, 1 gennaio.
Ingresso libero
Tel. 0588-67724 (orario: 10-13)
Radicondoli, Museo "Le energie del territorio"
Il museo di Radicondoli
Nel viaggio verso Larderello dall'agriturismo La Torretta, già dopo una ventina di chilometri si entra nell'area
geotermica e si passa da Radicondoli, emblema dell'ampliamento dello sfruttamento della risorsa geotermica in aree sempre più vaste.
Qui, nel centro storico (via T. Gazzei, 2), c'é il nuovo Museo sull'Energia del Territorio, che fa parte del Sistema Museale Senese.
La visita al Museo fa parte di un itinerario di approfondimento sulle energie alternative e sul loro utilizzo pratico.
L'itinerario infatti, oltre alla vista al museo, comprende:
La visita ad una centrale geotermica
La centrale geotermica di Pianacce è dotata di un percorso per visitatori di libero accesso, dove è possibile vedere il funzionamento di una centrale geotermica;
La visita alle serre termoriscaldate
L'impianto di serre termo-riscaldate del Podere San Marco rappresentano un esempio pratico delle applicazioni dell'energia geotermica nella produzione di basilico per tutto l'anno. Un'altra applicazione è il teleriscaldamento: le abitazioni di alcuni borghi sono infatti riscaldati con il calore residuo dei fluidi geotermici.
Orario visite
Mesi invernali
(16 ottobre - 31 dicembre):
10-13 15-18
tutti i giorni escluso martedì
Costo: 5 € intero, 2 € ridotto (studenti e over 65)
Info 0577-790800
L'impatto ambientale della geotermia
Un cartello (con errore grafico) avverte la presenza di anomalie atmosferiche.
Vapordotti che attraversano una strada nei pressi di Larderello.
Larderello, groviglio di vapordotti di lato ad una strada.