IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI SIENA
Museo Archeologico Nazionale
Il Museo Archeologico di Siena si trova nello stupendo Complesso Museale del Santa Maria della Scala,
in suggestivi ambienti scavati nel tufo ed un tempo utilizzati come magazzini dell'ex ospedale trecentesco.
In questo museo si possono ammirare vasi attici, buccheri, urne in alabastro, sarcofagi in marmo, steli funerarie, monete antiche, manufatti di oreficeria e oggetti quotidiani di epoca Etrusca e Romana.
Le sezioni museali sono due:
La prima sezione ("Topografica"), espone i reperti proveneienti delle varie aree archeologiche del territorio senese, con particolare riguardo alla frequentazione etrusca e romana della zona dove oggi sorge la città.
La seconda sezione ("Antiquarium"), è dedicata alle collezioni private ed alla cultura archeologica di fine Ottocento e inizio Novecento, quando le famiglie aristocratiche senesi effettuavano scavi archeologici nei loro possedimenti al fine di abbellire le ville ed ostentare ricchezza e potenza.
Etruschi e Romani a Siena
Il percorso inizia con i reperti archeologici trovati nella città di Siena: corredi di età ellenistica della necropoli scoperta a metà ottocento in occasione della realizzazione di via Campansi (a nord della città, tra le mura e la stazione ferroviaria), con i sarcofagi di epoca romana (III-IV secolo d.C.) e una riproduzione romana del ritratto di pseudo Seneca (I secolo d.C).
Si prosegue con l'illustrazione degli immediati dintorni di Siena, i cui materiali documentano la presenza di stanziamenti
etruschi a partire dalla fine del VIII secolo a.C. e sopratutto in età ellenistica, come attestano le necropoli di Grotti, la tomba a camera di Guistrigona e le necropoli della Montagnola Senese, in concomitanza con l'apice della vicina Volterra, da cui il territorio senese sembrava dipendere.
Un discorso a parte è riservato alle importanti aree del Chianti,
di Monteriggioni e di Murlo. Del Chianti sono esposte cariatidi di impasto, in origine sostegno di calici, provenienti dalla necropoli del Poggione (Castelnuovo Berardenga), utilizzata tra la fine del VII e la fine del VI sec. a.C.
Di Monteriggioni trovano collocazione nel Museo Archeologico di Siena corredi di tombe a pozzetto villanoviane e di tombe a camera di età ellenistica rinvenute ad Abbadia Isola, come un'anfora attica a figure nere con menadi, satiri e un carro in partenza (VI secolo a.C.).
Di Murlo, dove recenti studi hanno rinvenuto genotipi etruschi negli attuali abitanti, frammenti di decorazioni fittili appartenenti ad una residenza arcaica signorile dell'area archeologica etrusca di Poggio Civitate, unica nel suo genere.
Dalle necropoli nell'area di Montepulciano provengono buccheri, vasi attici a figure rosse e corredi funerari (VIII-VI secolo a.C.). La zona di Chiusi, con i canopi antropomorfi delle tombe a ziro (III-IV secolo d.C.), buccheri, vasi protocorinzi, bronzetti e oggetti in oro. La zona di Sarteano, con urne di alabastro in stile volterrano (tomba dei Cumere, II secolo a.C.)
Il percorso si conclude con un suggestivo cunicolo, che per sua stessa conformazione ben si adatta ad imitare un ambiente ipogeo, di urnette e coperchi in travertino provenienti dal tumulo etrusco del Mulinello di Asciano, centro delle Crete Senesi.
L'Antiquarium, ovvero le collezioni aristocratiche
La parte dedicata alle collezioni si apre con la collezione Bargagli Petrucci, formata con materiali provenienti da ritrovamenti fortuiti e da scavi effettuati nei possedimenti della famiglia a Sarteano e Casole d'Elsa. Di particolare interesse sono i corredi delle tombe a pozzetto ed a ziro dalla necropoli di Sferracavalli e le tredici urne ellenistiche in alabastro provenienti dal podere Le Tombe.
La collezione Bonci Casuccini raccoglie invece materiali provenienti dai dintorni di Chiusi: tra i reperti si segnala lo ziro scoperto nel 1877 a Ficomontano con il suo ricco corredo databile tra fine VII e VI sec. a.C.
La collezione Mieli mostra alcuni dei materiali recuperati dai possedimenti attorno a Pienza, in aree interessate da necropoli, insediamenti e depositi votivi come quelli di Casa al Savio, da cui provengono una serie di bronzetti legati probabilmente a culti della fertilità.
Chiude il percorso museale la collezione Chigi Zondadari: è la più eterogenea delle raccolte private, messa assieme tra Siena, Chiusi e Roma, in quanto il marchese fu un vero appassionato di archeologia, attento al recupero documentato delle antichità. Si possono così vedere esposte testimonianze di ceramica attica a figure nere e rosse, ceramica apula, magnogreca, etrusca, oltre a terrecotte magnogreche ed una ricca selezione di oggetti in bronzo che coprono un arco cronologico che va dall'VIII sec. a.C. all'età tardoantica.
C'é anche la collezione dell' Accademia dei Fisiocritici
che costituì il primo nucleo del museo Archeologico.