LA MONTAGNOLA SENESE

Il paradiso degli escursionisti

    La Montagnola Senese è un rilievo collinare a 10 chilometri dall' agriturismo La Torretta ed è una delle aree più interessanti della Toscana per la notevole qualità ambientale e la presenza di un'alta densità di bellezze naturali, storiche e artistiche.

    La fruibilità è garantita da una fitta rete di sentieri segnati dal CAI, da percorsi per mountain bike e biciclette, ed anche da strade asfaltate pur strette e tortuose. La documentazione sugli itinerari è disponibile in agriturismo.

    La Montagnola è infatti meta privilegiata degli amanti della natura e delle passeggiate, ed anche degli appassionati di botanica, di zoologia, di geologia o speleologia, dei cercatori di funghi e di minerali, oltre che di archeologia.

Le ricchezze della Montagnola Senese

    La Montagnola è un SIC, cioè un Sito di Interesse Comunitario, istituito ai sensi della direttiva HABITAT per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali (sito IT5190003).
    Infatti, nonostante che sia stata popolata fin dall'epoca etrusca e romana, la Montagnola Senese ha conservato un buon grado di naturalità ed una notevole diversità di habitat, per cui offre rifugio a molte specie animali anche in via di estinzione.
    La Montagnola, inoltre, è un concentrato di castelli, pievi, eremi e altre bellezze architettoniche che nessuno immaginerebbe di incontrare. Infatti questo territorio era attraversato dalla via francigena, e da sempre è stato condizionato dalle attività dell'uomo come il taglio del bosco, l'allevamento dell'antica razza suina della cinta senese (che qui ebbe la sua culla), l'estrazione del marmo giallo di Siena (usato per la Cattedrale) e di una particolare pietra da costruzione, la "pietra da torre".
    La natura calcarea ha originato oltre settanta grotte, che fanno della Montagnola una delle principali aree carsiche d'Italia. Il carsismo ha anche formato l'antico Lago di Santa Colomba, prosciugato un paio di secoli grazie a una galleria di oltre 2 km ancora funzionante e percorribile a piedi.
    La Montagnola ha inoltre una piovosità eccezionale e per questo è ricca valli incise e, nella parte basale, di sorgenti copiose, un tempo anche imbottigliate o usate per bagni termali.

I querceti sempreverdi

        La Montagnola Senese è ricoperta da un esteso bosco dove prevale la quercia sempreverde, il leccio (Quercus ilex L.): dà così l'idea di come doveva essere la Lecceta originaria, che sicuramente dominerebbe le colline sublitoranee di tutta la penisola se l'uomo non avesse compiuto la sua millenaria opera di trasformazione.
    Grazie a questi lecceti, la Montagnola Senese è stata la culla e l'ultimo rifugio di una antica razza suina, la Cinta Senese, che ancora oggi pascola in questi boschi nutrendosi di ghiande: è una delle poche ad essere stata salvata dall'estinzione, come è invece accaduto ad altre razze nostrane dopo l'arrivo delle più produttive razze danesi ed inglesi.
    Altre emergenze vegetazionali, di alto valore ecologico e paesaggistico, sono i boschi a cerro e roverella, i castagneti da frutto, le praterie xeriche su substrato calcareo, le garighe su serpentini e le comunità pioniere calcicole di piante succulente.

Il rifugio degli animali

    La Montagnola Senese, grazie al buon livello di naturalità ed all'elevata diversità di habitat, offre rifugio a specie vulnerabili, rare o addirittura inserite nella lista rossa regionale.
    Da segnalare la presenza di rapaci come il Biancone, il Gheppio e lo Sparviero. Tra gli anfibi, il Tritone punteggiato ed il Tritone crestato italiano. Ricordiamo inoltre la presenza di cinque specie di pipistrelli, anche queste minacciate dall' estinzione, che trovano rifugio nelle numerose grotte carsiche.
    Inoltre nella Montagnola troviamo degli endemismi, cioé specie che vivono solo qui, ed in nessuna altra parte del mondo: si tratta di due insetti, e precisamente due Coleotteri (tipo le Coccinelle): il Leptotyphlus senensis ed il Troglorhynchus latirostris.

L'architettura contadina

    La Montagnola Senese è una straordinaria concentrazione di borghi e torrioni, ville rinascimentali e case contadine, pievi e romitori, cappelle e tabernacoli, pozzi e fontane, e perfino antichi bagni termali, tutti caratterizzati da particolari architettonici da ammirare per la loro genuinità e semplicità, e contrassegnati da curiosi toponimi che testimoniano la storia vissuta:
    - Bosco al Lupo evoca ancestrali paure di un passato non lontano.
    - Poggio ai Legni, Cetinale (= area disboscata), Lecceto, Selvarella, Marronetone, Fungaia le risorse forestali.
    - Marmoraia e Ferriera, le attività estrattive e metallurgiche.
    - Arnano (da Ar = acqua per i popoli prelatini), Bagnaia, Caldana e Piscialembita la ricchezza d'acqua, anche termale.
    - Pian del Lago e Lagaccio, le doline anticamente occupate da laghi.
    - Palazz'Albero, Palazzo al Piano, Palazzone e Palazzaccio le antiche dimore signorili.
    - Osteriaccia, l'antico luogo di sosta lungo la via francigena.

Pievi ed eremi immersi nella natura

    Tra i luoghi di culto risaltano bellissime pievi nate ai piedi della Montagnola e facilmente raggiungibili da comode strade, come quella di Ponte allo Spino presso Sovicille o, nel versante opposto, il complesso di Abbadia a Isola presso Monteriggioni, un villaggio medievale sorto attorno ad una imponente abbazia cistercense fondata nel 1001, così chiamata per la sua posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante, anticamente paludoso.
    Più sobrie ma per questo non meno affascinanti le numerose piccole Pievi nate nelle zone più impervie, come la Pieve di Molli, la Pieve di Pernina, la Pieve di Maria e Sebastiano (loc. Marmoraia) ed altre ancora, che possono essere meta di piacevoli escursioni.

    Poi gli eremi: il maestoso Eremo di Lecceto (Siena), ancora oggi abitato dalle monache agostiniane.
    Il piccolo e grazioso Eremo di San Leonardo al Lago, oggi di proprietà demaniale, visitabile anche all'interno (ore 9.30-15.30, escluso il lunedì), vicinissimo a Siena ed in bella posizione su Pian del Lago.
    L'imponente Romitorio della Scala, detto anche Romitorio di Cetinale, chiuso e non visitabile, così chiamato perchè raggiunta dal pianoro sottostante con una rampa di 300 grandi scalini di pietra, la "Scala Santa".
    I ruderi del Romitorio di Motrano, eremo rupestre raggiungibile con una facile camminata di 20 minuti, costruito attorno ad una grotta naturale che si apre in una rupe calcarea, dove l'acqua potabile era fornita dallo stillicidio su una grande stalattite mammellonare, che fa pensare ad un antico culto galattoforo.

    La presenza di numerosi itinerari religiosi deriva dal fatto che la Montagnola Senese è un territorio storicamente vocato agli scambi: infatti, la zona era attraversata dai mille percorsi che nel medioevo facevano capo alla Via Francigena.

Castelli altomedievali

    La Montagnola Senese è caratterizzata dalla presenza di numerosi castelli altomedievali, frutto del cosiddetto incastellamento avvenuto tra il 900 ed il 1200 per due fattori fondamentali: il passaggio di importanti diramazioni della via Francigena e la vicinanza ai territori della nemica Firenze.
    Tra questi, le vestigia immerse nel bosco dei castelli di Montauto e Castellare, il Castello di Montarrenti (di proprietà pubblica), ed il Castello di Celsa: in alcune ricorrenze si può visitare gratuitamente il parco, il giardino all'italiana e la Cappella del Peruzzi (a pagamento il martedà ed il sabato mattina, eslcuso festivi).
    Il castello più importante è però quello di Monteriggioni, un borgo fortificato perfettamente conservato costruito dai senesi alla base della Montagnola, con il camminamento sulle mura e il museo delle armature.

Ville barocche e giardini storici

    Venuta meno le necessità difensive, i castelli furono trasformati in ville, ed altre ville furono costruite in epoca barocca, come la bella Villa di Cetinale, della quale si può visitare il bel giardino.
    Fu costruita alla fine del '600 dalla potente famiglia Chigi in onore di Fabio, diventato Papa col nome di Alessandro VII, su progetto dell'architetto Carlo Fontana, allievo del Bernini.
    Il "giardino degli agrumi" della villa è considerato uno dei più belli d'Italia, in quanto la tradizione Rinascimentale è arricchita da significati religiosi. E' formato da aiuole a prato o con fioriture stagionali, delimitate da siepi di bosso sagomate, il tutto arricchito da statue, un paio di fontane, alcuni vasi con piante di limone ed un viale erboso di cipressi che crea una lunga prospettiva sulla collina boscosa su cui sorge l'Eremo della Scala, costruito qualche anno dopo, raggiungibile con 300 scalini penitenziali scavati nella pietra.

    Poco lontano c'é il Parco della Tebaide, un bosco cinto da mura, nel quale si sviluppa un cammino di meditazione tra cappelle votive, croci in pietra, grotte, laghetti, statue di animali e di eremiti, con angoli di grande suggestione che accompagnano il visitatore in un percorso mistico. Tebaide era infatti il nome che un tempo indicava il deserto dell'Egitto dove, nel III secolo d.C., molti eremiti si rifugiarono per condurre una vita ascetica.

    Il giardino della Villa Cetinale ed il Parco della Tebaide sono aperti (gratuitamente) in occasione di alcune manifestazioni, mentre in altri giorni solo su appuntamento ed a pagamento.

Sulle tracce di antichi abitatori

    La Montagnola era abitata fin dai tempi del Neolitico: in una delle sue numerose grotte, quella del Chiostraccio, 40 anni fa è stato trovato uno scheletro di "Homo sapiens", completo ed in ottimo stato di conservazione: risale a 15.000 anni fa ed è l'uomo più antico della Toscana ed uno dei più antichi d'Italia. E' quanto risulta dalla datazione effettuata col C14 nel 2010 in occasione di una tesi di laurea, dopo 40 anni dal ritrovamento.
    Numerose sono anche le testimonianze degli Etruschi: nella zona sono state rinvenute necropoli etrusche, come quella lungo la strada verso Rosia (Area Archeologica Attrezzata di Malignano, ingresso libero), oltre ad una sepoltura con corredi funebri nella Grotta dei Salami (proprietè privata, visita su richiesta).
    Inoltre esistono alcune tombe sparse come il tumulo di Mucellena (foto): in una collina boscata, si apre l'ingresso ad una camera sorretta al centro da un pilastro, mentre nella parete si aprono delle nicchie (liberamente accessibile).
    Infatti, alla fine del VI-VII secolo a.C., si verifica una diffusa colonizzazione di queste campagne, le cui testimonianze sono conservate al Museo Archeologico Nazionale di Siena.

Bellezze naturali della Montagnola Senese

    La Montagnola, impervia e ricca di boschi, si distingue nettamente dal territorio circostante per il suo aspetto vagamente alpino, un pò come le Alpi Apuane.
    Questo è dovuto alla particolare natura geologica: proprio come le Alpi Apuane, la Montagnola è un massiccio calcareo, che spuntava dal fondale marino prima che le enormi forze del sottosuolo sollevassero le terre circostanti. Nella parte occidentale c'è il calcare cristallino, nel quale si aprono antiche cave di marmo, mentre in quella orientale c'è il calcare cavernoso, dove si aprono le cave di "pietra da torre", usata a Siena come pietra da costruzione delle case-torri.
    La natura calcarea della Montagnola ha favorito i fenomeni carsici, come le grotte, le doline ed i canyon.

    Le grotte sono una settantina, che fanno della Montagnola la seconda area carsica della Toscana dopo le Alpi Apuane. In genere sono spaccature verticali profonde 50-60 metri e povere di concrezioni, oppure inghiottitoi che iniziano con un piccolo pozzo e si sviluppano in camere orizzontali ricche di stalattiti e stalagmiti che si accrescono anche di 3-4 mm all'anno, dovuto al debole stillicidio in occasione delle piogge, in quanto è assente una circolazione attiva di acqua. Le grotte, ancora non del tutto esplorate, si trovano soprattutto nel calcare cavernoso, ma le grotte più belle e particolari si aprono nel calcare cristallino (cioè nel marmo).

    Le doline sono depressioni superficiali, di forma circolare, causate dal crollo delle grotte sottostanti: si trovano un pò ovunque, ma sopratutto attorno al Monte Maggio, al Colle Ciupi e vicino al paese di Santa Colomba, dove raggiungono un diametro di 100 metri ed una profondità di 50 metri.

    I canyon sono profonde gole incise dalle acque, come quelle del fosso Romitorio, val di Ripoli e valle Buia.

I Marmi Gialli della Montagnola Senese

    Fin dal medioevo dalla Montagnola Senese sono stati estratti marmi di rara bellezza, utilizzati nei principali monumenti del Rinascimento, non solo a Siena (tra cui il Duomo), ma anche a Firenze e Orvieto: nelle cave si possono ancora oggi trovare interessanti minerali ed i diversi tipi di marmo, che permettono di ricostruire così il campionario dei marmi estratti.
    Il più importante e pregiato è il Marmo Giallo di Siena, detto "oro litico" per via del colore e della rarità, caratterizzato da una intensa fratturazione che non ha mai permesso l'estrazione di abbondanti blocchi di dimensioni commerciali.
    Esistono anche marmi rosati, violacei e grigio-azzurri, tutte colorazioni dovute alle inclusioni di minerali di ferro, ed anche marmi bianchi e grigi, che ricordano il celebre marmo di Carrara.
    Il marmo fu anche usato per conferire una particolare lucentezza al cristallo di Colle Val d'Elsa, la vicina cittadina dove oggi viene prodotto il 90% del cristallo italiano e dove fin dal Medioevo si è sviluppata l'industria vetraria grazie alle presenza nella zona di tutti i minerali necessari.
    E' difficile conciliare le esigenze di un'area protetta con quelle dell'attività estrattiva: l'associazione di cittadini "Amici della Montagnola" fa presente che questa attività, sebbene sia una fonte di introiti per le casse comunali, può mettere in pericolo anche le stupende grotte che si aprono nel marmo, e dovrebbe essere limitata all'estrazione di piccole quantità di marmo, non reperibile altrove e strettamente necessario per il restauro dei capolavori architettonici di Siena, mentre alcune cave hanno prodotto una significativa quantità di breccia per fondi stradali, per il quale si potevano utilizzare materiali estratti da zone di minor pregio.

Acque di sorgente e acque di cisterna

    La Montagnola ha una piovosità tra le più alte in Italia: oltre 1000 mm di pioggia all'anno, mentre le zone immediatamente circostanti scendono sotto gli 800 mm.
    Tuttavia, a causa della natura calcarea della roccia, le acque piovane si infiltrano subito, e quindi non esiste un vero e proprio reticolo idrografico superficiale.
    Gli abitanti che vivevano sulla Montagnola hanno quindi dovuto cercare espedienti per garantirsi l'approvvigionamento idrico: così, accanto alle case contadine, o addirittura nella cantina sotterranea di queste, non é rara la presenza di cavità carsiche che sono state ampliate ed adattate a cisterne per immagazzinare l'abbondante acqua piovana che cade su tetti.

    Le acque che si infiltrano nel sottosuolo, riappaiono alla base della montagnola con copiose sorgenti, che nei secoli passati venivano imbottigliate e vendute nelle spezierie senesi.
    Curioso è il caso del fiume Elsa, che ufficialmente nasce zona più alta della Montagnola, presso la Pieve di Molli, dove è detta "Elsa morta", mentre alla base del rilievo, in località Caldana presso Gracciano, prende il nome di "Elsa viva", perché alimentata dalle acque copiose e perenni di alcune sorgenti termali che sgorgano tra i resti delle terme etrusco-romane distrutte dai senesi nel '200 (Bagni di San Marziale), ancora oggi frequentate dalla popolazione locale per cercare refrigerio estivo.

Il lago scomparso e la galleria di bonifica

    Alla base del versante che scende verso Siena, c'è un'area pianeggiante chiamata 'Pian del Lago'. E' l'unico esempio di polje in Toscana, ovvero una depressione formata dalla confluenza di più doline, originate dal crollo della volta della grotta sottostante.
    Come dice il nome, questa pianura era occupata da un lago, che è stato bonificato ai tempi del Granducato di Toscana con un metodo raro e curioso: lo svuotamento.
    Infatti, per far defluire le acque, è stata scavata una galleria lunga 2.173 metri, oggi inserita nella sentieristica del CAI: è possibile attraversarla in un'ora, se attrezzati con stivali e torcia elettrica, ma si sconsiglia di percorrerla in concomitanza di forti pioggie.
    L'ingresso si raggiunge con una breve e piacevole passeggiata che parte dall'Osteriaccia, passa davanti all'inghiottitoio del Mulinaccio (il principale estuario naturale delle acque, prima che la sua ostruzione provocasse la formazione dell'antico lago) e termina all'ingresso della galleria, segnato dall'obelisco del Granduca, dove è stata attrezzata un'area pic-nic.
    Il lago era molto esteso e profondo fino a 3 metri, e vi si praticava una ricca pesca e, sulle sue sponde, una ricca caccia. Tuttavia, rendeva insalubre tutta la zona, e la malaria arrivò a minacciare Siena. Da qui la decisione di realizzare la galleria, iniziata nel 1764 e terminata nel 1770: il lago si prosciugò in due giorni, ed ancora oggi assolve il suo compito.
    La galleria si chiama "Galleria del Granduca" o "Canale del Granduca" perché realizzata ai tempi del Granduca Leopoldo di Lorena, ed anche "Galleria della Guglia" o "Galleria della Piramide", per via di una stele posta al suo imbocco.
    Una curiosità: la portata dell'acqua in uscita è la metà di quella in entrata, e la perdita è da collegare alle 17 cavità carsiche incontrate durante lo scavo, chiuse dalla volta di mattoni senza essere state cartografate.

Itinerari trekking e mountain bike

    La Montagnola Senese è percorsa da 20 sentieri numerati per un totale di 35 ore di percorrenza, riportati in una carta escursionistica a disposizione degli ospiti dell'agriturismo.

    Tra i percorsi di particolare interesse di "Camminare la Montagnola" abbiamo:
    - la Grande Traversata (12,5 Km - 4h30'),
    - l'Anello di Fungaia (12,5 Km - 4h30'),
    - l'Anello Storia e Memoria, il più intenso dal punto di vista escursionistico (15 Km - 4h).

    Gli itinerari ed i percorsi per mountain bike "Pedalare sulla Francigena" propongono i tracciati della Gran Fondo Castello di Monteriggioni, composto in prevalenza di strade bianche e pochi tratti di asfalto. I tracciati sono tre, di diversa difficoltà (mappa disponibile in agriturismo):
    - Lungo (46 Km - 3h - dislivello 1280 mt),
    - Corto (28 Km - 2h - dislivello 750 mt),
    - Panoramico (12 Km - 1h - dislivello 170 mt).