Le COLLINE METALLIFERE
Una terra da scoprire
Siena
è l'ultimo avamposto dal quale partire per piacevoli escursioni alla scoperta di questo complesso montuoso nel centro della Toscana,
molto boscoso, poco popolato, lontano dalle principali rotte turistiche ed ancora selvaggio, e per questo molto suggestivo soprattutto nei
mesi primaverili ed autunnali.
Il valore ambientale e culturale delle Colline Metallifere è strettamente legato alle numerose
miniere, che hanno dato a questo territorio un'impronta unica al mondo, in quanto hanno rappresentato la principale risorsa
economica dai tempi degli Etruschi fino al secolo scorso, quando tutto sembra essersi fermato:
c'erano miniere di ferro, rame, argento, piombo, zinco, mercurio, stagno, antimonio, manganese, solfo, pirite, allume, c'era anche
un po' di oro e perfino gemme preziose, oltre ai
soffioni boraciferi,
l'unica risorsa importante ancora utilizzata.
I borghi fortificati
La meta più famosa e frequentata è l'Abbazia di San Galgano con la spada nella roccia,
ma le Colline Metallifere riservano continue sorprese, che appaiono all'improvviso.
Percorrendo le tortuose strade che si inerpicano sulle colline o scorrono nei brevi fondovalle, si incontra ogni tanto
un piccolo borgo fortificato come Monteguidi, Radicondoli, Belforte, Frosini, Chiusdino, Travale, Montieri, Gerfalco, Boccheggiano, Roccatederighi,
Roccastrada, Torniella, tutti legati storicamente e culturalmente a Siena nonostante che oggi il confine amministrativo ne assegna alcuni
alla provincia di Grosseto.
I castelli minerari
Impressionante è la rete di castelli nati a difesa dei giacimenti minerari, soprattutto argento e rame,
utilizzati per coniare moneta.
Si tratta di fortificazioni ben diverse dai grandi e articolati castelli del
Chianti, i quali sono stati costruiti in epoca
successiva anche per ostentare la ricchezza dell'aristocrazia. Nelle Colline Metallifere, invece, troviamo castelli semplici
ma efficaci, le cui vicende sono strettamente legate ai preziosi filoni.
Alcune fortificazioni sono state recentemente ristrutturate, come il Castello di Montemassi
(Roccastrada, aperto alle visite), la cui conquista da parte dei senesi è raffigurata nel
Palazzo Pubblico di Siena.
Altri siti sono oggetto di scavi di archeologia mineraria dell'
Università di Siena:
il Castello di Sassoforte (Monterotondo Marittimo), il Castello Rocchette Pannocchieschi (Massa Marittima) e soprattutto
il Castello di Miranduolo (Chiusdino).
Oggi c'è un rinnovato interesse verso questo territorio, che comincia ad essere
letto nella sua reale dimensione, ovvero considerando lo stretto legame tra sviluppo insediativo e attività minerarie,
grazie anche ai recenti scavi archeologici tra i ruderi dei castelli e le miniere abbandonate, che permettono di fare
luce su periodi precedenti a quelli finora conosciuti sulla base dei documenti storici.
Il castello minerario di Rocchette Pannocchieschi. A difesa dei preziosi filoni è nata una rete di castelli minerari, la cui vita era legata alla scoperta di nuovi giacimenti ed al loro esaurimento.
I resti del Castello di Miranduolo, oggetto dal 2001 di una campagna di scavo che ha portato a scoprire nella zona antiche miniere. Di molti castelli minerari esistono solo ruderi e non si hanno dati storici, per cui entra in azione l'archeologia.
Ferriere e mulini
Il territorio era ricco di forni fusori e ferriere che lavoravano i minerali, ma anche di mulini per macinare il grano
e di fornaci per produrre mattoni, oggi ridotti a ruderi a parte pregievoli eccezioni giunte fino a noi
a testimonianza di antiche sapienze.
Le ferriere costituivano un sistema organizzato di lavorazione dei minerali ferrosi estratti nella zona o giunti
dall'Isola d'Elba per forgiare le spade della repubblica senese, come quelle nella gola del Merse a pochi chilometri da Siena, vicino all'Abbazia
di San Galgano o lungo la "strada delle ferriere" presso Torniella (Roccastrada)dove il proprietario ha realizzato un museo.
Le ferriere furono dirette anche dal senese Vannoccio Biringuccio: è l'autore del De Pirotehnia, una
bella opera della stamperia rinascimentale che rappresenta il primo testo al mondo della moderna scienza mineraria e metallurgica (1540).
Bellezze naturali
Le Colline Metallifere sono ricche di acqua, tanto che sono proprio i fiumi a delimitare le Colline Metallifere:
il Cecina, l'Ombrone ed il Merse, il quale è balneabile in più punti, uno dei quali a soli 18 Km da Siena. Stupendi i
canaloni di Torniella ed i canaloni di Roccatederighi (foto), dove l'acqua ha scolpito la roccia creando una serie di vasche naturali balneabili.
A Boccheggiano l'azione congiunta dell'uomo e della natura ha formato curiose sculture: sono le Roste (= "arrostite"),
dove l'acqua ha realizzato incisioni nelle rosse discariche della lavorazione dei minerali di rame (foto).
Poco distante c'è Montieri: con un pò di fortuna, nei campi possiamo raccogliere pezzetti di
loppe, ovvero i resti della fusione dei minerali di argento con cui vennero pagati gli splendidi palazzi e le chiese di Siena.
Da non dimenticare i bagni termali,
residuo di quei fenomeni geologici che hanno generato i filoni metalliferi, alcuni dei quali sono ancora
liberamente fruibili come le Terme di Petriolo (Monticiano),
unico esempio di terme fortificate, raggiungibili da Siena in 20 minuti.
Il territorio conserva molte aree che hanno mantenuto un altissimo grado di naturalità, sopratutto nelle
Valli del Farma e del Merse, dove si trovano le Riserve Naturali
dell'Alto Merse, del Basso Merse, del Farma e La Pietra, sicuro rifugio di animali anche in pericolo di estinzione.
Purtroppo l'immagine delle Colline Metallifere è offuscata dalla presenza di 35 siti da bonificare
perché inquinati dall'attività mineraria e metallurgica, e dal disastro ambientale del fiume Merse del 2001, quando si
colorò di arancione per la fuoriuscita di acque dalla galleria di una miniera abbandonata e utilizzata come deposito
delle scorie di lavorazione della pirite, che costrinse a costruire un depuratore d'emergenza.
Il patrimonio minerario
Della millenaria attività mineraria restano pozzi, gallerie, discariche, forni fusori,
impianti di archeologia industriale, castelli medievali e paesi di minatori, che rappresentano un patrimonio di grande valore
per i significati culturali legati all'estrazione dei minerali.
Le Colline Metallifere, inoltre, continuano a nascondere minerali unici al mondo, come quelli della
miniera delle Cetine di Cotorniano
dove anni fa è nato un piccolo parco minerario che non ha avuto un proseguo degno della sua unicità (18 km e 22 minuti da Siena).
Quando le miniere erano ancora attive, venivano alla luce stupefacenti composizioni di cristalli di grandi dimensioni,
di ogni forma e colore, assieme a minerali apparentemente insignificanti ma curiosissimi, come delle croste biancastre che si attaccavano alla lingua
e ad ogni altra superficie umida (idrozincite), oppure che risplendevano di rosso sotto i raggi UV (aragonite), che si possono
ammirare Museo di Storia Naturale di Siena.
La ricchezza di minerali e di miniere è legata alla lunga e turbolenta storia geologica di questa zona, tanto che
in un'area relativamente piccola troviamo una grande geodiversità: sono qui le rocce più antiche della Toscana (400 milioni di anni)
e le cave di una pietra ricca
fossili ed usata per il pavimento del Duomo di Siena.
L'elenco e la descrizione dei siti del patrimonio minerario e mineralogico della regione Toscana
si trova nella pagina Siena Minerali e Miniere.
Uno scorcio della miniera di Camporedaldi (Siena). In nessun' altra area al mondo l'attività mineraria si è svolta ininterrottamente dalla preistoria ai tempi moderni.
L'aragonite di Boccheggiano, di colore verde chiaro, assume una vivace colorazione rossa sotto i raggi UV. Ancora oggi è possibile trovare minerali curiosi o unici al mondo.