LA MINIERA DELLE CETINE,
L'ex PARCO MINERARIO ED I MINERALI
Chiusdino ed il suo territorio
La miniera abbandonata delle Cetine di Cotorniano è talmente unica nel suo genere che tempo fa venne realizzato un
parco minerario, purtroppo oggi dismesso, nonostante sia un geosito di importanza mondiale.
Si trova a pochi chilometri da Siena, poco oltre la preziosa Montagnola Senese
ed ai margini delle
Colline Metallifere, in un territorio boscoso ("cetina" significa infatti "bosco tagliato") che offre numerose testimonianze storiche e culturali legate
alla millenaria attività mineraria ed una grande ricchezza di siti censiti nel
patrimonio minerario e mineralogico della Toscana.
L'ex parco minerario
Il parco minerario delle Cetine risale agli anni 2000, quando fu spesa circa la metà dei 2 milioni di euro
stanziati con i fondi PRUSST. C'era un ampio parcheggio ed un percorso di visita che attraversava i diversi livelli della miniera:
in basso i resti della fonderia e le relative discariche, più in alto la tettoia della cernita, da dove inizia il Canalone,
ovvero la profonda incisione con la quale venne inizialmente aggredita la massa mineralizzata più ricca, lungo il quale si affacciano
gli ingressi delle gallerie minerarie.
Fu anche messo in sicurezza un breve percorso sotterraneo per consentire le visite (la galleria del livello "Bice"),
ed altri percorsi erano stati progettati nei livelli inferiori.
Inoltre, nel vicino paese di Chiusdino, fu realizzata una mostra documentaria permanente sulla miniera delle Cetine ben presto dismessa,
anche se ancora oggi (settembre 2024) compare tra i musei esistenti nel sito del Ministero dei Beni Culturali.
Il geoturismo è una forma di turismo sostenibile, che si collega al recupero delle tradizioni e delle memorie storiche, cosa che ha portato ad istituire una rete dei geoparchi
europei. Anche il territorio di Siena si presterebbe a questa forma di turismo, per il suo grande valore ambientale ed alla presenza di interessanti
siti minerari e mineralogici.
Tuttavia, la valorizzazione del patrimonio archeominerario attraverso un geoparco non richiede solo un impiego
iniziale di risorse, sopratutto se il materiale estratto è un "metallo pesante" per cui è necessaria una bonifica,
ma anche il mantenimento della sicurezza con il periodico controllo delle pareti rocciose,
la manutenzione della sentieristica e della cartellonistica, l'organizzazione di escursioni e di iniziative di educazione
ambientale, ed una attività promozionale per ottenere un ritorno economico.
Questo è però mancato alle Cetine: il parco è stato abbandonato, i sentieri sono invasi dalla vegetazione
e le staccionate fatiscenti, e le recinzioni realizzate nel 2020 impediscono l'accesso al canalone centrale.
Oggi è prevista una antieconomica bonifica del villaggio minerario (di proprietà della Regione Toscana)
e delle discariche adiacenti (di proprietà dell'Ammm.ne Prov.le di Siena), finalizzata a rendere vendibili gli edifici, mentre
non è prevista la bonifica dell'area interessata dalle gallerie, né del luogo più inquinato dall'antimonio:
quello attorno al camino della fonderia, distante solo 100 metri dal villaggio.
Il valore storico-culturale del geosito
Le Cetine di Cotorniano sono state classificate come un "geosito", e quindi soggetto alla normativa nazionale che tutela il paesaggio
e il patrimonio culturale (D.Lgs 42/2004), ma la Regione Toscana non ha ancora emanato la relativa disciplina di protezione.
Il geosito delle Cetine di Cotorniano comprende anche il villaggio minerario in quanto, si legge nella motivazione,
"unica testimonianza nel suo genere per gli aspetti archeominerari, storico-sociali e culturali legati al lavoro nelle miniere".
Infatti il villaggio minerario conserva gli edifici costruiti tra le fine dell'ottocento e gli inizi del novecento:
la palazzina dell'amministrazione, la casa del contabile, la casa del caporale, il forno per il pane, oltre ai resti dei sotterranei della vecchia fonderia, del laboratorio di chimica e dell'ufficio postale,
e la condotta dei fumi in pietra, lunga 100 metri ed alta 2 metri, raro esempio di archeologia industriale che altrove è stato valorizzato
e qui è destinato alla demolizione.
Più defilati i ruderi della vecchia polveriera (indicata in una mappa di fine '800) e della nuova polveriera (riferibile alla
ripresa dell'attività nel 1939).
Antimonio, elemento diabolico
Il minerale che veniva estratto dalla miniera delle Cetine era la stibnite, detta anche stibina o
antimonite (solfuro di antimonio), dal quale si otteneva l'antimonio.
Diverse leggende sono nate attorno a questo elemento: per esempio, si dice che il suo nome deriva da 'anti-monaco', perché avvelenava i monaci
che lo assumevano per resistere al digiuno. Ma l'antimonio é anche attraente, per il suo aspetto nero lucente: ecco che assume un carattere diabolico. Per questo fu sostanza alchemica,
ed anche farmacologica: l'ingestione di antimonio provoca infatti vomito e diarrea, ma anche aritmia e tachicardia, fino all'arresto cardiaco.
Nella sua vita, il complesso minerario delle Cetine ha prodotto circa 3500 tonnellate di antimonio di ottima qualità,
in quanto non inquinato dall'arsenico ed altre impurità.
I minerali delle Cetine
Le Cetine sono state molto frequentate dai collezionisti per la varietà, la bellezza e la rarità dei minerali, alcuni dei quali unici al mondo.
Il minerale più frequente era ovviamente la stibnite (solfuro di antimonio), che si trovava in bellissime aggregazioni di cristalli: talvolta erano
immersi nella calcite, dalla quale venivano liberati con ripetute e prolungate immersioni in acido cloridrico, altre volte erano all'interno di piccole cavità della roccia,
spesso ricoperti da una patina giallastra di alterazione.
Bellissimo anche il gesso (solfuro di calcio), un minerale abbondante in tutto il mondo, che qui assumeva un aspetto caratteristico e bizzarro, tanto da essere chiamato gesso coralloide.
La miniera è però famosa in tutto il mondo per l'importanza scientifica dei suoi minerali di alterazione, alcuni dei
quali sono stati trovati, per la prima volta, proprio alle Cetine: onoratoite (1947), cetineite (1987),
rosenbergite (1993), brizziite (1994), rosiaite* (1995), clinocervantite* (1998) e batoniite (2023).
Ad oggi, l'onoratoite delle Cetine rappresenta l'unico ritrovamento mondiale assieme alla recente batoniite,
trovata negli anni '80 ma solo recentemente dichiarata come nuovo minerale con il titolo di "minerale dell'anno",
unico minerale italiano ad aver ricevuto questo appellativo, in quanto presenta struttura mai osservata nei campioni naturali,
una delle piì complesse oggi conosciute nel regno minerale.
I collezionisti di minerali si sono avventurati in questi cunicoli per anni, alcuni collaborando con le Università, altri depredando.
Il pericolo di crolli non veniva considerato, dato che la roccia in cui sono scavate le gallerie è il solido calcare cavernoso, che nella sua forma
più compatta è detto 'pietra da torre' perché usato per costruire fortilizi e palazzi, anche nella stessa città di Siena.
I pericoli incombenti erano altri. Uno era rappresentato dai pozzi verticali, che improvvisamente si aprono nelle gallerie orizzontali.
L'altro pericolo era quello di perdersi, perché le gallerie formano un labirinto: per questo i collezionisti
stendevano un filo di Arianna, ed uno di loro restava all'uscita. Inoltre bisognava stare attenti a non svegliare i pipistrelli, che altrimenti
cominciavano a volare disordinatamente.
Oggi qualche minerale si può trovare solo nella discarica più bassa, come scoria di fusione e non naturale.
I famosi minerali delle Cetine si possono vedere a Siena nel bel Museo di Storia Naturale.
Ecco un elenco dei minerali rinvenuti alle Cetine, ognuno dei quali si trovava in precise associazioni e spesso in punti precisi della miniera:
Elenco dei minerali delle Cetine
allume di potassio
alluminiocopiapite
alotrichite
aluminite
alunite
alunogeno
antimonio
aragonite
azzurrite
barite
batoniite
bindheimite
brizziite
calcite
calcostibite
celestina
cervantite
cetineite
chapmanite
cinabro
clinocervantite
copiapite
coquandite
dolomite
elpasolite
ematite
epsomite
ettringite
farmacosiderite
ferrihydrite
ferrinatrite
fibroferrite
fluorite
gaylussite
gearksutite
gesso
gibbsite
hexahydrite
goethite
jamborite
jarosite
jurbanite
kadhemite
kermesite
klebelsbergite
malachite
marcasite
melanterite
metasideronatrite
metastibnite
metavoltina
millerite
mirabilite
monoidrocalcite
mopungite
muscovite
onoratoite
opale
oro
orpimento
ortoclasio
peretaite
pickeringite
pirite
pirrotina
plagionite
quarzo
ralstonite
realgar
romerite
rosenbergite
rosiaite
rostite
rozenite
schafarzikite
scorodite
senarmontite
sfalerite
siderite
sideronatrite
stibiconite
solfo
stibnite
tamarugite
tripuhyite
tschermigite
uklonskovite
valentinite